Importanza del gioco simbolico per il bambino
Il gioco simbolico è una modalità ludica tramite cui il bambino è in grado di rappresentare, attraverso i materiali a sua disposizione, qualcosa che non è realmente presente, ma che è stato elaborato dalla sua fantasia.
In particolare, il gioco del "far finta" rappresenta un mezzo importantissimo per offrire al piccolo l'opportunità di fare esperienze creative di tipo sensoriale e motorio, e quindi di valorizzare le sue potenzialità mentali e corporee, che spesso rimangono inespresse se non adeguatamente utilizzate.
Si tratta, generalmente, di un'attività estremamente positiva caratterizzata innanzi tutto da una notevole spontaneità, che procede seguendo lo schema logico "inizio-evoluzione-conclusione".
Grazie al gioco del far finta, i bambini conoscono meglio sé stessi e la loro emotività, in quanto le percezioni sensitive che a volte vengono censurate possono invece manifestarsi pienamente dato che riguardano un altro individuo.
Durante lo svolgimento di questo gioco simbolico i protagonisti non stanno imitando qualcuno oppure qualcosa, ma piuttosto stanno interpretando una storia inventata da loro stessi.
In tal modo possono lasciare la massima libertà, creatività e fantasia, sviluppando ed evidenziando sentimenti anche problematici, che di norma sarebbero censurati.
Quali sono le fasi evolutive del gioco per un bambino?
Le principali fasi evolutive del gioco per il bambino sono state classificate in 4 gruppi, e precisamente:
• fase esplorativa,
corrispondente al periodo compreso tra la nascita e 12 mesi, quando il bambino è portato a coinvolgere tutti gli organi di senso appunto per esplorare il mondo esterno e incominciare ad interagire con esso.
Un simile atteggiamento permette di interpretare le caratteristiche e le funzioni delle cose, associandole poi a determinate funzioni;
• fase imitativa,
corrispondente al lasso di tempo tra 12 e 18 mesi, durante cui il bambino sviluppa le sue principali abilità psico-motorie imitando quello che vede intorno a sé, per rendersi conto di tutte le potenzialità a disposizione;
• fase simbolica,
che ha inizio dopo i 18 mesi e prosegue fino ai 24 mesi e che nasce dalle idee e non dagli oggetti, che invece vengono trasformati in quello che può servire per realizzare un vero e proprio schema mentale;
• fase di finzione,
compresa tra 24 e 36 mesi, che consente al piccolo di potenziare fantasia, creatività e immaginazione grazie alle capacità rappresentative del pensiero, capace di sviluppare concetti indipendenti dalla realtà.
Di conseguenza diventa possibile la realizzazione di associazioni mentali tipiche del gioco del fare finta, una tipologia ludica che si sviluppa soprattutto alla scuola materna.
Sostanzialmente i bambini sono portati a giocare in gruppo con i loro coetanei, per condividere insieme una realtà immaginaria ("fare finta che") tipica del gioco simbolico, dove ognuno può improvvisare i propri comportamenti senza seguire schemi predefiniti.
Soprattutto durante la scuola materna, i bambini sono particolarmente insofferenti alle prime imposizioni dettate dagli insegnanti e proprio per questo motivo necessitano di ampi spazi/tempi per manifestare la loro libertà personale.
In questo senso il gioco del fare finta si conferma il mezzo ideale per associare in modo armonioso e ben equilibrato le esigenze del piccolo e quelle degli educatori.
Può succedere che i bambini mettano in scena anche episodi del loro vissuto individuale, che non vogliono rivelare agli altri, ma che sentono di dover esprimere: ecco quindi il significato più profondo del fare finta, che diventa un mezzo efficacissimo per esorcizzare ansie, timori e delusioni.
La massima creatività di questo gioco permette poi di superare limiti e insicurezze, immaginandosi diversi e interagendo col mondo degli adulti, senza la paura di venire giudicati e quindi respinti in qualche modo.
Alla base del gioco simbolico c'é sempre la ricerca di essere accettati per quello che si è, indipendentemente dai limiti (quasi sempre auto-imposti) che i bambini incominciano a porsi fin dai primi mesi di vita.
Caratteristiche del gioco del "fare finta"
Il presupposto fondamentale del gioco del fare finta si basa sull'esercizio di creatività, fantasia e immaginazione, caratteristiche finalizzate a sviluppare in maniera peculiare l'autoconsapevolezza del bambino che in tal modo può approcciarsi a mondi sconosciuti potenziando le sue abilità non soltanto relazionali ma anche soggettive.
Giocare a "essere un altro" permette poi al piccolo di capire i punti di vista altrui che spesso sono del tutto differenti, imprevedibili e contrastanti rispetto ai suoi, spingendolo verso il misterioso confine tra fantasia e realtà.
In questo tipo di attività ludica il soggetto può fare uso di cose, persone, azioni e comportamenti che assumono il ruolo di simbolo e che pertanto possono essere accettati senza nessun pericolo.
Il simbolo solitamente serve anche per rappresentare un elemento mancante, che potrebbe risultare minaccioso oppure desiderabile a seconda della sua valenza intrinseca.
Quando devono rappresentare delle situazioni, i bambini si servono di competenze piuttosto complesse dato che, anche se ne sono pienamente consapevoli, il fare finta è uno strumento multiforme di grande rilevanza simbolica.
Alcuni di loro riescono a esorcizzare paure e ansie che, in altri contesti, sarebbero inaffrontabili ma che invece, grazie alla finzione, perdono gran parte del loro potenziale di pericolo.
I bambini, infatti, hanno bisogno di rivivere, attraverso il mondo protetto della finzione, esperienze traumatiche e angosciose che non avrebbero il coraggio di affrontare se non per mezzo di un'adeguata simbologia.
Un'interessante collegamento del gioco del fare finta è quello collegato alla Teoria della Mente, secondo cui il bambino viene messo in grado di riflettere non soltanto sui propri pensieri, ma anche su quelli altrui.
Anche in questo settore, più intellettivo che emotivo, l'attività ludica simbolica può svolgere un ruolo essenziale in quanto consente di potenziare abilità inespresse e talvolta rimosse che invece risultano indispensabili per la maturazione mentale.
Simbolismo del gioco del "fare finta"
Giocare al fare finta prevede che il soggetto si trasformi in qualcun'altro, magari un eroe delle favole, un peluche oppure semplicemente una persona che suscita la sua ammirazione.
Nello spazio tra fantasia e realtà, questo gioco diventa un'attività mentale ed emotiva estremamente complessa, poiché racchiude un insieme di valori valutati fondamentali nella prima infanzia.
Dopo il primo anno di vita, qualsiasi bambino entra nella fase ripetitiva, secondo cui è attratto dall'iterazione di gesti e comportamenti che hanno colpito la sua mente.
Parallelamente ha inizio il gioco simbolico, tramite il quale persone, oggetti e comportamenti offrono l'opportunità di interpretare soggettivamente la realtà secondo le esigenze individuali.
Spesso il bambino trasforma gli oggetti che perdono la loro funzione reale, per acquistarne una fantastica, seguendo un'evoluzione di pensiero che crea collegamenti spesso impensabili.
Di conseguenza, la struttura del gioco procede parallelamente allo sviluppo della personalità del bambino, che inizia a servirsi di fantasia, creatività e intelligenza per rappresentare la contingenza.
L'analisi del gioco simbolico, che spesso prevede anche l'utilizzo di un cuscino giocattolo che rappresenta ad esempio un animale, offre agli educatori e ai genitori la preziosa opportunità di comprendere più profondamente la personalità dei bambini e, nello stesso tempo, di consolidare il reciproco legame affettivo.
Gli adulti possono infatti usufruire di un punto di osservazione privilegiato, non soltanto quando vengono coinvolti nell'attività ludica, ma anche quando rimangono ai margini.
Nel gioco simbolico, il bambino potrà sviluppare attività isolate, con i coetanei oppure con figure adulte, a seconda del tipo di impostazione prescelta.
In qualsiasi circostanza sarebbe opportuno favorire simili attività per incentivare lo sviluppo mentale e psico-emotivo dei bambini, che fin dai 18 mesi mostrano un'evidente propensione per questo tipo di intrattenimento.
Succede ancora molto spesso che i giocattoli tradizionali siano legati a specifici stereotipi, quasi sempre fondati sulla divisione dei sessi (bambola per le femmine e banchetto degli attrezzi per i maschi).
Il gioco simbolico possiede invece il vantaggio fondamentale di superare questa rigida distinzione di ruoli, assicurando a tutti le più varie esperienze, per offrire la più ampia opportunità di scelta in qualsiasi circostanza.
Perché giocare a far finta è tanto importante?
Il gioco del fare finta, che viene considerato come uno degli esempi più caratteristici dell'attività ludica simbolica, è molto importante per lo sviluppo del bambino a partire dai 18 mesi di vita.
Esso infatti permette di:
- esercitare l'immaginazione;
- migliorare creatività e fantasia;
- sviluppare auto-consapevolezza;
- acquisire gli strumenti per controllare emozioni personali e di altre persone;
- incentivare le capacità cognitive;
- affinare le relazioni sociali;
- arricchire il linguaggio;
- potenziare lo sviluppo delle idee astratte;
- favorire le capacità di auto-riflessione;
- sostenere la teoria della mente;
- formulare ipotesi sul comportamento altrui.
Partendo dal presupposto che il gioco è una vera e propria palestra di vita, che offre l'occasione di approfondire i rapporti interpersonali tra coetanei e di aumentare l'auto-consapevolezza, il ruolo del fare finta si conferma importantissimo non soltanto per l'attività intellettiva (migliorare le potenzialità mentali, cognitive e associative), ma anche del linguaggio.
Il gioco simbolico è una delle attività più significative, attraverso cui i bambini imparano a sviluppare la propria personalità, superando blocchi psicologici che altrimenti verrebbero rimossi.
Ecco perché il gioco di finzione trova largo impiego anche nei percorsi psico-curativi, in quanto offre l'occasione al terapeuta di esplorare aspetti molto intimi del bambino che, per difendersi dalla sofferenza, solitamente tende a nascondere.
Con questa modalità, invece, il pensiero viene separato dagli oggetti e il simbolo attira su di sè tutte le valenze negative, liberando di conseguenza il soggetto da eventuali problematiche.
L'inizio del vero e proprio gioco simbolico viene collegato ai due anni di età, quando cioè il bambino ha assunto la capacità di trasformare gli oggetti, facendoli diventare di volta in volta ciò che gli serve per affrontare meglio la realtà.
Nel periodo di tempo compreso dai 18 mesi fino ai 10 anni circa, il gioco del fare finta assume quindi un ruolo di estrema rilevanza per lo sviluppo psico-fisico dei bambini.